A Page of Madness, dir. Teinosuke Kinugasa, b/n, 60 min. – Giappone 1926
Il film si svolge in un manicomio e racconta la storia del bidello dell’istituto psichiatrico, la cui moglie è uno dei pazienti. Un giorno la loro figlia si presenta al manicomio per raccontare alla madre del suo fidanzamento. Questo scatena una serie di sottotrame e flashback che, in modo vorticoso, ricuciono insieme la storia della famiglia. Il film non contiene didascalie e ciò non favorisce la comprensione delle vicende. Alla versione esistente oggi manca quasi un terzo di ciò che è stato mostrato nelle sale nel 1926.
Il film è stato perduto per 45 anni e finalmente ritrovato da Kinugasa nel suo magazzino nel 1971. Il film è il prodotto del lavoro di un gruppo di artisti giapponesi d’avanguardia conosciuto come Shinkankaku-ha (scuola delle Nuove Percezioni) che, nel cinema, tentava di superare la rappresentazione naturalistica.
François Lasserre – chitarra elettrica
Vadim Sher – piano, tastiera
Affinchè la composizione musicale evolva effettivamente con il film, ci è parso indispensabile che essa segua molto precisamente il ritmo del montaggio delle immagini, che faccia risuonare le emozioni, che sviluppi l’impalpabile nella psicologia dei personaggi e che infine accentui lo sguardo, sottolineando i dettagli. Questo film impone una scrittura musicale complessa e precisa. Per esprimere il dramma (personale e universale) della follia e dell’internamento il registra e lo sceneggiatore hanno costruito il film attorno ad una serie di opposizioni, di tensioni narrative e formali (follia/normalità, dentro/fuori, statice/dinamico, buio/luce) Una dialettica di cui si appropria la musica, per precisarla, per prolungarla attraverso un gioco timbrico, i tempi, i registri, il suono, il silenzio ed i rumori, tutta materia a disposizione del compositore.
A page of Madness is a film particularly demanding and oscillating between an immense beauty and a cinema complex architecture. This painting captures us with his deep emotional and psychological, surprises us for its plasticity and for its incredible inventive film and displaces us to the abandonment of the classical narrative. In order for music composition evolve effectively with the film, it seemed essential to it to follow very precisely the pace of installation of the images, that resonate the emotions and that ultimately accentuate the look, emphasizing the details.